Per un lungo periodo, il cinema francese ha deliziato il pubblico con commedie che, senza tuffarsi completamente nel dramma, carezzano le emozioni e ci trasportano attraverso un percorso che varia dalle risate ai sorrisi, dai sorrisi agli occhi lucidi e ritorno. Quando la sensibilità artistica si fonde con una tecnica raffinata, gli autori riescono a cullare gli spettatori con una leggerezza che penetra in profondità. "Una bugia per due" si inserisce in modo sublime in questa tradizione, elevando la leggerezza a una vera filosofia di vita, una che tutti aspirerebbero ad adottare nella quotidianità senza però perdere di vista ciò che veramente conta.

Joseph, un vedovo settantenne, dedica le sue giornate al restauro di esclusivi pezzi d'arredamento nel suo laboratorio affascinante ma caotico. La sua vita tranquilla subisce una svolta drammatica quando riceve la notizia devastante della morte di suo figlio Emanuel e del suo compagno Joachim in un tragico incidente aereo.

Wim Wenders fa di nuovo centro e con Perfect Days porta sul grande schermo una riflessione commovente e poetica sulla ricerca della bellezza nel mondo che ci circonda, con protagonista uno straordinario Kôji Yakusho, vincitore della Palma d’oro per il migliore attore all’ultimo Festival di Cannes.

In "Enea", secondo film di Pietro Castellitto dopo l'esordio con "I predatori", la completa libertà di scrittura e messa in scena si manifesta come una sorpresa intrigante. Castellitto, giovane regista, riesce a offrire una ricchezza di linguaggio e variazioni imprevedibili di tono, sfidando lo stile spesso asfittico del cinema italiano. Sebbene registi come Sorrentino, Guadagnino e i fratelli D’Innocenzo abbiano contribuito a cambiare le dinamiche con la loro esibizione formale, "Enea" segue una direzione opposta. Castellitto, non riuscendo a gestire completamente la struttura narrativa, sorprende con lampi improvvisi anziché irrigidire il film con un disegno complessivo. Lo stile di "Enea" si presta a trovate singole che occasionalmente fanno deragliare la trama, ma diventano essenziali nel momento in cui vengono messe in pratica, contrariamente all'approccio disciplinato dei fratelli D’Innocenzo.

Ultimo lavoro del regista britannico, Ken Loach, The Old Oak narra la storia di un posto speciale. Non è solo l'ultimo pub rimasto, è anche l'unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino. Il proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l'arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo un'improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara (Ebla Mari) munita di macchina fotografica. Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy