Forse è stato lo scudetto più facile dei 20 conquistati (28 vittorie su 34 partite), di sicuro è stato quello più dolce, perché è arrivato in un derby. Alla favola dell’Inter di Inzaghi non manca nemmeno il lieto fine della partita pre-festa: a San Siro, il Torino viene regolato con un 2-0 figlio di una doppietta di Calhanoglu. E mentre Piazza Duomo ospita 100.000 tifosi in festa e i nerazzurri si preparano a diventare ancora più forti l’anno prossimo (dopo aver preso Zielinski e Taremi a parametro zero, Marotta è al lavoro per arrivare a Zirkzee e/o Gudmusson), le altre due grandi strisciate del nord si leccano le ferite a vicenda.
Juventus-Milan, la sfida per il secondo posto, finisce senza gol. Sportiello, portiere titolare rossonero dopo il forfait di Maignan, è decisivo in almeno tre occasioni e consente al Diavolo di conservare cinque punti di vantaggio sulla Signora.
Il Bologna aveva l’occasione di agganciare i bianconeri in classifica, ma la spreca non riuscendo a superare in casa l’Udinese. Sono proprio i friulani a passare in vantaggio, con Payero, nel primo tempo. Poi i rossoblù restano in dieci per l'espulsione di Beukema, ma Saelemaekers trova il pareggio su punizione. Palo di Davis nel finale.
A sua volta, la Roma avrebbe potuto ridurre a due punti il distacco dagli emiliani, ma rimane a -4, perché la sfida contro il Napoli finisce 2-2. Succede tutto nell’ultima mezz’ora: Dybala porta in vantaggio i giallorossi su rigore, poi Olivera pareggia con un tiro deviato e Osimhen ribalta il risultato (anche lui dal dischetto); infine, Abraham torna al gol e, di testa, fissa il risultato sul 2-2 finale. Tanti, però, i rimpianti degli azzurri, che sprecano una miriade di occasioni davanti alla porta avversaria.
Torna in sesta posizione l’Atalanta, che si porta a due punti di distanza dalla Roma, ma ha anche giocato una partita in meno. Tutto facile per la Dea in casa contro l’Empoli: a decidere l’incontro, le reti di Pasalic (su rigore) e di Lookman. I toscani si ritrovano ora a +2 dalla zona retrocessione.
Prosegue il tardivo risveglio dal letargo della Lazio, che però all’Olimpico contro il Verona fatica più del dovuto. Alla squadra di Tudor servono sette occasioni da rete per battere l'Hellas. Traversa di Felipe Anderson e palo di Pedro: in mezzo, il gol dell’ex firmato da Zaccagni (fresco di rinnovo) su assist di Luis Alberto. I biancocelesti salgono a 55 punti, mentre i veneti restano quart'ultimi.
La Fiorentina aggancia il Napoli a quota 50 travolgendo in casa il Sassuolo. La viola domina e, dopo il gol di Sottil, dilaga nel secondo tempo con Martinez Quarta, Barak e la doppietta di Nico Gonzalez. Inutile il momentaneo pari di Thorstvedt per la squadra di Ballardini, ormai sempre più vicina alla retrocessione.

Nella parte destra della classifica, pareggio utile in chiave salvezza fra Monza e Lecce. Krstovic sblocca la gara con un gol strepitoso al secondo minuto di recupero, ma Pessina pareggia su rigore al 96esimo.
Infine, finisce 3-0 la sfida tra il Frosinone e la Salrnitana. Due gol nella prima mezzora (Soulé e Brescianini) e la firma finale di Zortea alimentano le speranze di salvezza dei padroni di casa, che salgono a 31 punti. La squadra di Colantuono, invece, saluta la Serie A dopo tre stagioni.

A cinque giornate dalla fine del campionato, con la vittoria per due reti a una contro il Milan, l’Internazionale è diventata Campione d’Italia 2023-2024 e aggiunge quindi un altro trofeo alla Supercoppa italiana vinta a Gennaio. Il sesto derby consecutivo perso assegna al Milan il mesto avvio verso la fine di una stagione persa mentre vede l’Inter protagonista del delitto perfetto: campioni in casa dei rivali cittadini, cucendosi la seconda stella con chi non riesce ancora a vederla. La seconda stella del 20° scudetto, infatti, viene raggiunta vincendo  in casa di chi è fermo a 19 e chiude un campionato perfetto, quello a tinte nerazzurre. E chissà che hanno pensato i tifosi milanisti nel vedere nella sera dello sudetto interista il gol di un ex come Acerbi e il trionfo di un altro ex, Hakan Chalanoglu, dal Milan cacciato in malo modo e approdato all'Inter dove è diventato regista tra i primi 3 d'Europa.

Cinque pareggi e mezzo su sette partite e mezzo giocate finora nella trentaduesima giornata di campionato. L’ultimo è arrivato domenica sera con il 2-2 fra l’Inter, evidentemente priva di stimoli, e il Cagliari. A San Siro il gol di Thuram e il rigore di Calhanoglu lanciano i nerazzurri prima dei pareggi di Shomurodov e Viola, il secondo dei quali è visibilmente viziato da un fallo di mani dell'attaccante sardo, a smentire la cosiddetta "Marotta League", ma il Cagliari ha esibito organizzazione di gioco e tecnica di ottimo livello, che rende incredibile la sua posizione in classifica. Lunedì 22 aprile il match point scudetto nel derby per i nerazzurri, che sembrano comnunque, nelle ultime partite, accusare una inevitabile stanchezza.

Nella lotta per entrare in Champions League, arriva il primo vero passo falso del Bologna, che sul campo del Frosinone non va oltre lo 0-0. Tanto equilibrio, e Ndoye colpisce il legno alto negli ultimi secondi. I padroni di casa restano terz'ultimi, mentre i rossoblù salgono a 58 punti, scivolando di nuovo a -4 dalla Juventus.
Nel posticipo domenicale, i bianconeri tornano alla vittoria battendo 1-0 in casa la Fiorentina. Decisivo il gol di Gatti al 21'. Nella ripresa la Signora manca più volte il raddoppio, poi Szczesny decisivo su Nico Gonzalez. Per Allegri tre punti fondamentali in chiave Champions.
Bene anche la Roma, che torna a vincere un derby dopo due anni di digiuno. Partita nervosa, violenta dentro e fuori dal campo, decisa da un colpo di testa di Mancini su cross di Dybala. Il risultato potrebbe valere una buona fetta di conferma contrattuale per De Rossi, mentre in casa Lazio certifica il definitivo naufragio della stagione.
Pur con una partita in meno, l’Atalanta scivola a -5 dai giallorossi, tornando clamorosamente battuta dalla trasferta a Cagliari. La squadra del Gasperini va in vantaggio con Scamacca in avvio di gara, ma prima dell'intervallo arriva il pari di Augello. Nel finale, assist di Luvumbo e colpo di testa di Viola. Per i sardi sono punti decisivi nella corsa salvezza.
La Dea si ritrova ora con sole due lunghezze di vantaggio sul Napoli, vittorioso per 4-2 sul campo del Monza. I campani vanno sotto (gol di Djuric al 9'), ma poi nel secondo tempo ne fanno tre con Osimhen, Politano e Zielinski (55', 57', 61'). Colpani riapre la gara, ma alla fine Raspadori affossa la squadra di Palladino.
Grande occasione persa dal Torino, che avrebbe potuto scavalcare la Lazio, ma perde 3-2 in casa dell’Empoli. Apre le marcature Cambiaghi, pareggia Zapata, poi Cancellieri firma il vantaggio al 74'. Nei minuti finali succede di tutto: Zapata pareggia al 91', ma poi arriva la beffa firmata da Niang.Nella parte destra della classifica, successo in trasferta del Genoa a Verona. Hellas avanti con Bonazzoli, ma il risultato viene ribaltato dalle reti di Ekuban e di Gudmundsson. Annullato il pari di Swiderski per un fuorigioco millimetrico.
Infine, l’harakiri del Sassuolo, che sembra determinato a finire in Serie B. Avanti 2-0 grazie alle reti di Laurienté e Bajrami nel primo tempo, i neroverdi si fanno rimontare dai granata, a segno con Candreva su rigore in avvio di ripresa e Maggiore nel recupero, su azione viziata da un presunto fallo su Defrel.

A inizio anno parlavamo della Juventus come avversaria dell’Inter per lo scudetto. Da allora, qualcosa si è decisamente rotto: una sola vittoria nelle ultime 9 giornate, ottenuta al 95esimo in casa contro il Frosinone, e un ruolino di marcia da zona retrocessione. I bianconeri hanno dovuto salutare il secondo posto, e ora si vedono insidiare in classifica perfino dal Bologna, arrivato a soli due punti di distanza.
L’ultimo disastro bianconero va in scena all’Olimpico contro la Lazio. Più che giocare male, la Juve semplicemente non gioca: sembra che nessuno ne abbia voglia e che tutti – a cominciare dall’allenatore – siano lì solo per lo stipendio. Il gol biancoceleste arriva all’ultimo pallone giocabile della partita, ma il risultato è giusto. Tudor non ha portato ai laziali la qualità che alla rosa manca, ma perlomeno sul campo si è vista un po’ d’intensità.
In cima alla classifica, l’Inter continua il suo noioso assolo battendo 2-0 l’Empoli: il mancino di Dimarco apre le marcature, poi Sanchez chiude la partita.
Il Milan consolida ulteriormente il secondo posto (+6 sulla Juve) vincendo 2-1 su un campo difficile come quello di Firenze: rete di Loftus-Cheek, pareggio di Duncan, poi Leao regala i tre punti al Diavolo e Maignan si supera su Belotti e Mandragora.
Quarta vittoria nelle ultime cinque partite per il Bologna, che non conosce cali di rendimento: in casa contro la Salernitana gli emiliani non si fanno sorprendere e passano 3-0. Due tiri imprendibili di Orsolini e Saelemaekers e il gol bellissimo di Lykogiannis nel finale firmano un successo mai in discussione. Per i campani la retrocessione è ormai solo una questione di tempo.
La Roma, invece, pareggia 0-0 sul campo del Lecce e scivola così a -5 dal Bologna. I giallorossi devono guardarsi anche dall’Atalanta, a soli due punti di distanza dopo il clamoroso 3-0 rifilato al Napoli sul prato del Maradona. A segno Miranchuk, Scamacca e Koopmeiners. I campioni d’Italia, pesantemente contestati, scivolano addirittura a -12 dalla zona Champions.
Un solo punto sotto gli azzurri c’è il Torino, che in casa contro il Monza vince la seconda partita consecutiva. Gara condizionata dall’espulsione di Pessina dopo 3 minuti: il gol decisivo arriva al minuto 69 con un rigore trasformato da Sanabria.
Nella parte bassa della classifica, una serie di pareggi che lasciano la situazione immutata. Genoa-Frosinone finisce 1-1 (a Gudmundsson risponde Reinier), stesso risultato di Cagliari-Verona (Sulemana replica al tacco volante di Bonazzoli) e di Sassuolo-Udinese (a segno Defrel e Thauvin). In campo regna soprattutto la paura di perdere.


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