Il Napoli vince anche contro l’Inter, l’unica squadra che non aveva ancora battuto in stagione, e interrompe così la striscia nerazzurra di otto vittorie consecutive. inzaghi ha schierato solo tre titolari in attesa della finale di Coppa Italia di mercoledì ma a decidere in negativo la partita dell'Inter è un’ingenuità di Gagliardini, che alla fine del primo tempo si fa espellere per doppio giallo. Nella ripresa i neocampioni d’Italia passano in vantaggio con Anguissà, poi la squadra di Inzaghi pareggia a sorpresa con Lukaku, che sfrutta una dormita di Juan Jesus. La svolta arriva pochi minuti dopo, con Di Lorenzo che infila l’incrocio da fuori area con un meraviglioso tiro di sinistro (il suo piede debole). Nel finale arriva anche il 3-1 segnato da Gaetano in contropiede.

L’unica squadra davvero in forma in questa fase della stagione è l’Inter. Per il resto, la lotta per la zona Champions sembra una partita al mitico gioco di carte “ciapa no”, dove a vincere è chi fa meno punti.

La girandola delle occasioni sprecate è iniziata venerdì sera con la Lazio, che all’Olimpico non va oltre il pareggio contro il Lecce. E deve anche essere contenta, visto che il 2-2 finale firmato da Milinkovic Savic arriva solo al 93esimo, e in modo più che mai rocambolesco.

Il doppio incrocio Roma-Milano sorride alle strisciate del Nord, che si rilanciano in chiave Champions. Due vittorie nette e con lo stesso risultato: un 2-0 senza appello. Il primo successo è quello del Milan sulla Lazio, che a San Siro, malgrado l’infortunio di Leao dopo 11 minuti, liquida la pratica biancoceleste già nel primo tempo grazie alle reti di Bennacer e Theo (il secondo al termine di una lunga azione personale). Cilindrata o no, Sarri sembra aver perso la brillantezza fisica e mentale della squadra, forse già convinta di aver ottenuto un piazzamento persino  eccessivo per il suo standard. E questo ha portato ad un rilassamento generale dei biancocelesti che gli ha fatto perdere 3 delle ultime cinque gare e chefa temere per le ultime tre. Nulla è scontato.

Dopo mesi di attesa senza alcun pathos, adesso ci siamo. Con il pareggio per 1 a1 sul campo dell'Udinese, a firma di osimeh (e non poteva essere altrimenti) il Napoli si cuce sul petto il terzo scudetto della sua storia: il primo con Maradona non più in campo, ma sull'insegna dello stadio. Il trionfo azzurro era una certezza ormai da mesi per colpa della concorrenza, che non è esistita. L'anno di grazia della squadra di Spalletti, va detto, ha coinciso con l'annus horribilis delle grandi strisciate del Nord, perlomeno in Campionato. Difficile ricordare un altro Campionato in cui Inter, Milan e Juventus abbiano perso punti con la facilità irrisoria degli ultimi mesi: perfino in casa, perfino con le squadre sulla carta più deboli della Serie A.

Questa congiunzione astrale favorevole, però, non deve indurre a sminuire l'impresa del Napoli. Prima ancora della brillantezza in campo, merita di essere sottolineato il coraggio della società, che la scorsa estate ha ricostruito la squadra praticamente da zero. Salutate in un colpo solo tre icone come Insigne, Mertens e Koulibaly, De Laurentiis ha piazzato una serie di scommesse, puntando su nomi non proprio noti al grande pubblico come Kim, Anguissa, Lobotka, Osimehn e Kvatskhelia. La cosa straordinaria è che le ha vinte tutte: ogni singolo acquisto ha avuto un rendimento di gran lunga superiore alle aspettative, e quello che doveva essere un progetto tutto da costruire si è trasformato in un'alchimia calcistica a tratti irreale, capace di segnare quattro gol al Liverpool e sei all'Ajax (ad Amsterdam).

Per quanto riguarda la situazione dietro al Napoli, la lotta per la Champions si complica ancora. In seconda posizione si conferma la Lazio, che - non senza fatica - batte 2-0 in casa il Sassuolo: a segno Felipe Anderson nel primo tempo e Basic nel recupero.

I biancocelesti operano così il controsorpasso ai danni della Juventus, che in precedenza aveva superato 2-1 il Lecce a Torino grazie a due splendide reti dei redivivi Vlahovic e Paredes.

In quarta posizione, a -3 dai bianconeri, si conferma l'Inter, che a San Siro travolge per 6-0 il Verona: oltre alle doppiette di Lautaro e di Dzeko, da segnalare il jolly da distanza siderale di Calhanoglu.

Disastro invece per il Milan, che pareggia 1-1 sul campo della Cremonese (Messias risponde a Okereke). Con questo risultato il Diavolo non solo si fa staccare di due lunghezze dai cugini nerazzurri, ma viene addirittura raggiunto in classifica dell'Atalanta e dalla Roma.

La Dea vince infatti per 3-2 la sua partita casalinga contro lo Spezia: vantaggio ligure con Gyasi, poi le reti di De Roon, Zappacosta e Muriel ribaltano il risultato. Bourabia riapre la partita, ma non basta. Brividi finali con la traversa di Verde.

I giallorossi, invece, tornano con un solo punto dalla trasferta di Monza: l'1-1 finale porta le firme di El Shaarawy (che poi si infortuna) e di Caldirola.

Infine, chiudono il quadro della giornata due risultati ormai piuttosto inutili: la vittoria per 2-0 del Torino sulla Sampdoria e il pareggio per 3-3 fra Salernitana  e Fiorentina.

Il Napoli perde l’occasione di vincere lo scudetto. La Juve perde l’occasione di salire al secondo posto in solitaria. La Lazio perde l’occasione di allungare nella lotta Champions. La Roma riesce addirittura a buttare una vittoria in cui passa in vantaggio al 94esimo. La giornata degli sprechi, insomma.

Il più fragoroso è quello del Napoli, a cui sarebbe bastato vincere contro la Salernitana per conquistare matematicamente il terzo scudetto della sua storia, che non è più in discussione ormai da mesi. Non è successo: è finita 1-1, con il pareggio dei padroni di casa segnato da Dia (che ha ispirato ai titolisti di mezza Italia titoli per nulla scontati sulla “Mano di Dia”). Trionfare quando ancora è aprile sarebbe stato clamoroso, ma, a pensarci bene, probabilmente è meglio così. Con tutto il rispetto per Salerno, quella del Napoli è una festa che negli annali va associata al prato del Diego Armando Maradona.

Gli azzurri avrebbero potuto vincere perché, nel frattempo, la Lazio ha perso ancora. Stavolta contro l’Inter, 1-3 in rimonta, ma per palese inferiorità. Passati in vantaggio con Felipe Anderson, in biancocelesti vengono prima raggiunti e poi superati nell’ultimo quarto d’ora dai padroni di casa con Lautaro (doppietta) e Goesens.

La squadra di Sarri rimane però al secondo posto perché, nel posticipo, la Juve non va oltre il pareggio sul campo del Bologna. I padroni di casa passano addirittura in vantaggio nel primo tempo con un rigore assegnato per la prima volta direttamente dal Var (il monitor a bordocampo non funzionava). Prima dell’intervallo Milik sbaglia un rigore, ma nel secondo tempo trova il modo di rifarsi segnando il gol del pareggio.

I distacchi si assottigliano e la lotta Champions è ormai un ingorgo da tangenziale all’ora di punta anche perché, in uno degli anticipi di giornata, Roma-Milan è finita 1-1. Un risultato che non serve a nessuno, ma che si rivela una beffa soprattutto per i giallorossi, che vanno a segno al quarto minuto di recupero con Abraham ma poi tre minuti dopo si dimenticano di marcare Salemakers che mette a segno la rete del pari.

Si rifà sotto l’Atalanta, che batte per 2-1 in trasferta il Torino (decisivo un magnifico gol di Zapata nel finale) e si porta a -2 dal trenino composto da Inter, Milan e Roma, tutte a 57 punti in quarta posizione.

A metà classifica, ritrova il successo la Fiorentina, che travolge 5-0 la Sampdoria, mentre il Sassuolo supera 2-1 l’Empoli e il Monza batte 2-0 lo Spezia. I liguri vengono così raggiunti dal Verona, terzultimo in classifica, che pareggia per 1-1 contro la Cremonese, sprecando così l’occasione di tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Un’occasione mancata, tanto per cambiare.

Chiude li quadro della giornata la vittoria casalinga per 1-0 del Lecce sull’Udinese.

  


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