Emmanuel Macron, discusso presidente francese in scadenza, la scorsa settimana ha affermato di “non escludere un intervento diretto delle truppe NATO per impedire la vittoria della Russia in Ucraina”. Parole forti, inusuali, che rompono il tabù atlantico dell’intervento diretto contro Mosca ma che Macron stesso, pochi giorni dopo, ha detto esser state “ragionate e ponderate” .

Come ampiamente previsto, Donald Trump e Joe Biden hanno vinto quasi tutte le primarie americane in programma questa settimana nel consueto appuntamento del “Supermartedì”. Sacche di resistenza alle due inevitabili candidature restano tuttavia tra elettori e leader di entrambi i partiti, anche se le modalità con cui possono trovare espressione appaiono decisamente limitate. Nel Partito Repubblicano, l’unica rivale di Trump rimasta in corsa – Nikki Haley – ha annunciato il ritiro dalla competizione dopo che martedì aveva vinto una sola sfida e in uno stato tutt’altro che determinante. In casa democratica continua invece a essere la denuncia della complicità della Casa Bianca nel genocidio palestinese la principale forma di opposizione al presidente Biden.

A livello puramente statistico, Trump non ha ancora ottenuto il numero di delegati (1.215) sufficienti a garantirsi aritmeticamente la nomination nella convention repubblicana di luglio, ma questa formalità sarà soddisfatta dopo le competizioni delle prossime settimane. La vittoria di Nikki Haley in Vermont, che segue quella di pochi giorni fa nelle primarie della capitale, non ha avuto alcun effetto sugli equilibri della corsa. L’ex governatrice del South Carolina ha preso atto mercoledì dell’impossibilità di proseguire, ma nella conferenza stampa con cui ha dato notizia del ritiro non ha espresso il proprio appoggio a Donald Trump.

Con il genocidio palestinese in corso da quasi cinque mesi, la gravissima crisi nella striscia di Gaza e i crimini di Israele sono al centro della campagna elettorale anche negli Stati Uniti. L’opposizione alle politiche di totale complicità dell’amministrazione Biden si sta rapidamente allargando, fino a includere un certo numero di membri del Congresso, in buona parte riconducibili all’ala “progressista” del Partito Democratico. Quest’ultima fazione non avrà però vita facile alle urne, nonostante il largo consenso che trova tra gli elettori la causa palestinese.

La pubblicazione da parte della rete russa RT di una conversazione riservata sulla guerra in Ucraina tra alcuni ufficiali delle forze armate tedesche continua a pesare sul dibattito politico in Germania, aggravando la già precaria posizione del cancelliere Olaf Scholz. La risposta del governo sembra consistere nella solita tattica di attribuire la responsabilità dell’accaduto al Cremlino. Per Berlino, il problema sarebbe la fuga di notizie in sé e non l’imbarazzante contenuto del file audio diventato di pubblico dominio. Il colloquio intercettato da Mosca è tuttavia altamente significativo per svariate ragioni, a cominciare dalla conferma del grado di disperazione raggiunto dall’Occidente davanti al tracollo dell’intero progetto ucraino.

“E’ un maledetto pazzo figlio di puttana”. Così, sobriamente, con lo stile che lo caratterizza, il Presidente Biden ha definito il Presidente Russo, Vladimir Putin, innovando così i concetti già precedentemente espressi di un “criminale di guerra” e “macellaio” . Sarà però proprio con Putin che il rimbambito presidente USA dovrà trattare se vorrà uscire fuori dal pantano ucraino. Ma davvero il presidente eterodiretto vorrà farlo? Dipende, perché del destino degli ucraini gli interessa poco, ma di quello della sua possibile permanenza alla Casa Bianca, invece, molto.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy